A proposito dei vaccini

Io ho purtroppo dovuto affrontare diverse operazioni, anche piuttosto importanti: sempre i medici mi hanno ripetuto più volte: “la medicina non è una scienza esatta, noi pensiamo che le cose stiano così e così e pensiamo di fare cosò e cosà; speriamo che vada tutto bene!” Nessuno mi ha mai dato la CERTEZZA che sarebbe andato tutto bene: anzi ogni volta mi hanno fatto firmare una liberatoria in cui dichiaravo di aver capito che le cose potevano anche andar male e che in alcuni casi quella operazione aveva portato alla morte del paziente. Se avessi applicato la “logica” di certe persone che sento blaterare sul web(tipo la storiella inventata dell’ingegnere e del novax che discutuno sulla resistenza del ponte), oggi probabilmente sarei cieco. Prima delle operazioni, mi sembrava di essere su un trampolino da dieci metri: sai come devi fare (ossia, nel mio caso, lasciarti andare cadendo in verticale per entrare di piedi), sai che se riesci a mantenere il sangue freddo ce la farai, quello prima di te ce l’ha fatta senza problemi: bisogna fare un bel respiro e andare. Con questi vaccini è lo stesso: ci possono essere soluzioni migliori? Si, magari, forse, ma adesso QUESTA è la soluzione più ragionevole, qui (in Italia) e ora (2021). Non si possono paragonare in modo semplificato situazioni diverse: la Danimarca ha una popolazione di 5,5 milioni circa di persone, che nella stagione fredda mi risultano essere abituate a starsene già a casa propria (mi dicono che a settembre quando si incontrano sui praticelli delle loro casette di campagna prima di tornare tutti quanti a Copenhagen si saltin dicendo: “Arrivederci all’anno prossimo”, perché sanno che da quel momento non usciranno pi di casa: ti credo che non c’è bisogno di imporre misure restrittive! Fonte: la guida che ci fece visitare la città nel 2015). Su un altro versante: nel campo della fisica, ogni volta che giriamo un interruttore entrando in una stanza è come se facessimo un esperimento scientifico per confermare le teorie sulla emissione di fotoni al passaggio della corrente elettrica. Dai tempi di Popper sappiamo che una verifica sperimentale DEFINITIVA di quelle leggi scientifiche è impossibile: è sempre possibile infatti che la prossima volta succeda qualcosa (non la rottura del filo, ovvio) per cui la luce non si accenderà anche in presenza del passaggio della corrente elettrica. Se dovesse capitare, dovremmo cambiare la legge che descrive quel fenomeno. Ma nel frattempo? MIca possiamo aspettare Godot (ossia, la verifica piena al 100% della legge)! Giriamo l’interruttore e pace. Lo stesso con i vaccini, mi pare. Abbiamo una casistica di miliardi di casi; abbiamo una idea statistica delle possibili complicazioni; la speranza di azzerare totalmente le complicazioni è zero; il bilanciamento cosi /benefici è a favore dell’uso dei vaccini: e dunque… sarebbe irragionevole non usarli (è ovvio che prescindo qui dalle questioni legate ai brevetti, ai guadagni, alla distribuzione gratuita nei paesi del terzo mondo)

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